Vino sugli scudi

2024-06-07T12:28:08+02:007 Giugno 2024 - 12:45|Categorie: in evidenza, Vini|Tag: , , , , , |

È una battaglia per la sopravvivenza quella che il comparto si prepara ad affrontare. Perché le decisioni prese oggi rischiano di avere, un domani, pesanti conseguenze. Ecco cos’è stato detto durate l’ultima Assemblea generale di Federvini.

Che impressione ci ha lasciato l’Assemblea generale di Federvini del 5 giugno? Quella di un settore che si sente sotto attacco. Un animale braccato, dallo spettro dei dazi cinesi e da quelli americani; da istituzioni slegate dal contesto economico e barricate su quello ideologico. Tanti i temi che andranno affrontati di petto nei prossimi mesi. Vediamo alcuni dei principali.

Iniziamo dall’economia, e quindi dall’export, dove i fronti più caldi per le cantine sono Cina e Stati Uniti. A dare il via al dibattito è la padrona di casa, il presidente di Federvini Micaela Pallini, che solleva la questione delle indagini antidumping avviate dalla Cina, come ritorsione alle indagini aperte dall’Europa, e con il concreto rischio di vedere nuovi dazi applicati al vino. “Nonostante i tanti investimenti, la Cina rimane una promessa mai realizzata”, sottolinea Pallini. E che potrebbe non realizzarsi mai, se dovessimo vivere una parabola simile a quella dell’Australia, passata dall’essere il primo all’ultimo fornitore di vino della Cina nell’arco di soli cinque anni, a causa di un’inchiesta sulle origini della pandemia di Covid-19 a Wuhan – sottoscritta dall’Australia – che ha fatto storcere molti nasi a Pechino.

Secondo fronte caldo: gli Stati Uniti, dove quest’anno si eleggerà il nuovo presidente. Nel giugno del 2021, quando Biden aveva da poco sostituito Trump alla Casa Bianca, Usa ed Europa concordarono una sospensione di cinque anni dei dazi doganali scaturiti dalla controversia Airbus-Boeing. Sospensione che scadrà nel 2026. “L’amministrazione Biden ha cercato di evitare escalation tariffarie, moderando certi istinti protezionistici che negli Usa si vanno diffondendo”, ha affermato nel suo speech il direttore generale per l’Europa e la politica commerciale internazionale presso il ministero degli Esteri, Nicola Verola. “Ed è possibile che una vittoria dell’amministrazione Trump faccia riemergere questi ‘animal spirits’ protezionistici”. Il vino italiano si era ‘salvato’ da quella escalation tariffaria, a differenza di quello spagnolo e francese, con dazi aggiuntivi del 25% che avevano causato un duro contraccolpo sui bilanci.

Ma veniamo al grande tema sociale, che Micaela Pallini a buon titolo definisce “il convitato di pietra a questo tavolo”, ovvero il rapporto alcol-salute. “Informare e non condizionare”, per il presidente, è il mantra da seguire per arginare la deriva ideologica.

I fronti di questa guerra sono principalmente due. Uno dei quali batte bandiera europea. “Nei Paesi del Nord Europa”, ricorda l’ormai ex parlamentare Paolo del Castro, “non si fa distinzione tra uso e abuso, e questo è all’origine di molte polemiche”. Da qui anche le divergenze di pareri sul sistema degli Health Warning in etichetta, che dopo la fuga in avanti dell’Irlanda ha rischiato di coinvolgere anche il Belgio. “Un problema che si ripeterà”, spiega De Castro, “e che state pur certi sarà tra i primi temi a comparire sul tavolo della prossima Commissione. E avrà tre capitoli: etichettatura nutrizionale (e quindi Nutriscore); etichettatura salutistica (e quindi relazione alcol-salute) ed etichettatura d’origine. E sarà una vera battaglia”.

Ma come dicevamo in precedenza, c’è un secondo e forse ancora più grande scoglio da superare: la revisione del Rapporto mondiale sulle malattie non trasmissibili redatto dall’Oms, che avverrà nel 2025. Paolo Mascarino, presidente di Federalimentare, aiuta la platea a ricordare quello che era accaduto – o meglio stava per accadere – con la precedente revisione del 2018. “L’Oms intendeva presentare ai capi di governo un progetto simile a quello delle sigarette ma finalizzato a contrastare l’obesità, tramite l’imposizione di tasse, divieti alle pubblicità e altre imposizioni. Allora, ci sembrò fantascienza”, racconta Mascarino. La contro-narrativa proposta dall’Italia riuscì a riportare l’attenzione non sui singoli alimenti ma sulla dieta all’interno della quale questi alimenti sono inseriti, sancendo il successo della Dieta Mediterranea. Nel 2018 il pericolo venne scongiurato, ma ora la storia rischia di ripetersi e senza lieto fine. “Oggi l’Oms è più prudente”, avverte Mascarino, “non lascia trapelare informazioni ma il rischio è che adotti una strategia ‘a settori’ per realizzare, un po’ alla volta, il grande progetto che non è riuscita a realizzare nel 2018”.

Uno scenario così nero che più nero non si può. Nero come le etichette che rischiano di ‘decorare’ le nostre belle bottiglie. O come i cartelloni di una pubblicità che non sarà più concesso fare, se queste previsioni dovessero realizzarsi. Nero come l’umore delle cantine, probabilmente. E come dargli torto? Nonostante tutto, ora più che mai serve restare ottimisti. I dati presentati da Federvini ci ricordano dell’incredibile viaggio compiuto dalle cantine italiane nell’ultimo decennio, con l’export che ha segnato un eccezionale +188% a valore. “Auspichiamo che la prossima legislatura europea sappia mantenere la barra dritta”, aggiunge Pallini, “come hanno saputo fare quei parlamentari europei e italiani a cui tanto dobbiamo per il loro impegno e le loro conquiste”.

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