Mutti (Centromarca): “Abbiamo bisogno di una politica industriale che favorisca fusioni e acquisizioni”

2024-06-25T10:16:27+02:0025 Giugno 2024 - 10:35|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , |

Milano – Le parole chiave del workshop di Centromarca, in scena questa mattina alla Triennale di Milano, sono competitività, innovazione, sostenibilità, legalità. I temi chiave sono emersi durante l’evento, intitolato ‘Geopolitica, società, innovazione – Scenari e priorità per l’Industria di Marca’.

“Abbiamo bisogno di una politica industriale che favorisca fusioni e acquisizioni, perché la taglia delle nostre imprese ci penalizza nel mercato globale”, ha sottolineato il presidente Francesco Mutti. “È inoltre fondamentale finalizzare le risorse pubbliche sui comparti strategici e creare le condizioni migliori per gli investimenti, in particolare quelli destinati alla digitalizzazione e allo sviluppo sostenibile”. Nette le considerazioni sulla legalità: “Chi non rispetta le regole, altera la concorrenza e compete in modo sleale. L’illegalità si combatte con leggi chiare e controlli rigorosi, perché il corretto andamento del mercato è elemento d’interesse collettivo”.

Centromarca rappresenta un settore fondamentale per l’Italia: 200 aziende industriali manifatturiere, alimentari e non food, che commercializzano 2.400 marchi, sviluppano un giro d’affari di 64 miliardi di euro (in un mercato Gdo che vale 94 miliardi) e occupano 97mila persone. 

“Siamo il comparto responsabile che ha evitato – ogni impresa per quanto le era possibile – di scaricare a valle istantaneamente i pesanti aumenti esogeni di costo che in questi anni sono piovuti sui nostri conti economici“, ha ricordato Mutti. L’analisi dei bilanci mostra che tra il 2020 e il 2022 l’incidenza dei costi sostenuti, dalle industrie aderenti a Centromarca, per l’acquisto di materie prime è cresciuta dal 54,5% al 57,8%. Energia elettrica, acqua e gas hanno visto il loro peso aumentare dall’1,3% al 2,4%. Gli extra-costi sono stati in parte assorbiti nei conti economici e in parte trasferiti a valle con gradualità. Per effetto della crescita dei costi l’utile netto complessivo è calato dal 5,5% al 4,6%.

In una fase di mercato complicata, l’industria di marca ha risposto mantenendo o potenziando gli investimenti. Il 6% delle entrate è stato destinato alla ricerca e allo sviluppo. Il 63% delle aziende ha aumentato gli impieghi in tecnologie digitali, come le piattaforme di e-commerce, l’intelligenza artificiale e gli strumenti per la gestione dei big data. Oltre il 70% ha aumentato gli stanziamenti destinati alla sostenibilità.

In foto: Francesco Mutti, presidente Centromarca

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