Trento – Latte Trento, che raccoglie circa il 40% del latte prodotto in Trentino, lascia Concast, il Consorzio dei caseifici sociali trentini. La rottura, dopo 73 anni di collaborazione, è arrivata giovedì scorso con una Pec firmata dal presidente di Latte Trento Renato Costa. Il casus belli sarebbe stata la decisione del Cda di Concast di acquistare latte dall’Alto Adige per produrre formaggio. Ma da anni il rapporto tra le due realtà era teso.
Il quotidiano trentino L’Adige riporta i contenuti della lettera inviata da Latte Trento al Consorzio, in cui emergono le ragioni che hanno portato alla separazione. “Assistiamo a investimenti non condivisi, alla completa assenza della filosofia sulla qualità, alla gestione fallimentare”, si legge, “con risultati insufficienti sulla remunerazione dei prodotti”, che avrebbe portato a un calo dei conferimenti di grana, siero, burro e panna.
Nella sua lettera, Costa contesta anche la ripartizione dei costi per servizi e marketing. Critica pure il contributo associativo previsto per il grana “per 50 milioni di litri di latte alimentare che ci gestiamo in piena autonomia senza pesare sull’organizzazione”. Inoltre, Latte Trento lamenta “scelte non rispettose di criteri meritocratici e foriere di problematiche di gestione”, criticando anche l’elezione di Stefano Albasini come presidente, e, secondo quanto riporta L’Adige, la mancanza di confronto e dialogo all’interno di Concast.
La lettera si chiude con l’invito di Costa a dividersi “senza creare ulteriori dissapori cercando di trovare un minimo di collaborazione per evitare danni o contrapposizioni”.
Il recesso sarà effettivo solo a partire dal 28 luglio 2026, in quanto lo Statuto prevede la possibilità di uscita dal Consorzio ogni cinque anni.
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