• Immigrati

Immigrati trattati come schiavi in un allevamento avicolo della provincia di Asti

2024-06-27T15:12:47+02:0027 Giugno 2024 - 15:12|Categorie: Carni, in evidenza|Tag: , , , |

Asti – Immigrati trattati come schiavi in un allevamento avicolo della provincia di Asti: reclutati a gruppi di quattro fuori dal centro d’accoglienza della prefettura, venivano pagati 20 euro (cinque euro a testa) per ogni camion che riuscivano a riempire di animali. E questi polli, poi, andavano a rinomate aziende presenti in Gdo. La Guardia di finanza ora sta indagando per caporalato e sfruttamento dell’immigrazione clandestina.

La faccenda viene a galla a fine 2022, dopo che quattro migranti bengalesi, tutti in attesa del permesso di soggiorno, ospiti al Centro di accoglienza e servizi (Cas) di Castello di Annone (At), hanno deciso di rivolgersi alla Cgil. Il datore di lavoro, infatti, aveva rifiutato di pagare loro la cifra pattuita. Con la loro testimonianza (riportata dal quotidiano Repubblica), spiegano che ogni giorno, alle tre del mattino, “un dipendente egiziano dello stabilimento passa con la sua macchina davanti al Cas e trasporta quattro ospiti all’allevamento” per svolgere le mansioni di “soppressione e macellazione dei polli con il successivo carico degli autotreni per il trasporto ai clienti”. Il 10 agosto 2023, la Flai Cgil di Asti presenta una denuncia.

Come anticipato, questi lavoratori venivano pagati circa cinque euro a testa per ogni camion riempito, e al raggiungimento del terzo tir si aggiungeva un ulteriore compenso di 10 euro. L’orario di lavoro andava dalle tre alle dieci del mattino. Ogni mezzo aveva una capienza di circa 1.500 animali; dopo averli riempiti, era necessario gestire le carcasse degli animali scartati, da portare allo smaltimento con un altro tir. In tutto questo, ai lavoratori non venivano fornite nemmeno mascherine e stivali.

Torna in cima