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Rienzi: “Diffide per tutti”

2024-06-21T14:53:38+02:0021 Giugno 2024 - 12:39|Categorie: Aperture del venerdì, in evidenza, Mercato|Tag: , |

Il presidente di Codacons è pronto a sfidare aziende e associazioni. Quelle che ingannano i consumatori con greenwashing e strategie di comunicazione poco trasparenti. Mediterranea e Barilla sono solo le prime della lista.

Domenica 16 giugno, sulle pagine del quotidiano Il Giornale, è comparsa un’intervista a Carlo Rienzi, presidente e fondatore del Codacons. Al suo interno si parlava di una diffida a Barilla per un possibile caso di greewashing e di una class action portata avanti negli Stati Uniti, sempre contro Barilla, per italian sounding. E si menzionava anche Mediterranea, l’associazione lanciata da Confagricoltura e Unionfood, il cui nome conterrebbe un inganno: “Per noi è ingannevole legare la dieta mediterranea […] con gli interessi di multinazionali che nulla c’entrano con le nostre produzioni tipiche e genuine”, spiegava Rienzi nell’intervista (leggi qui). Noi lo abbiamo contattato per chiedergli di approfondire tutte queste tematiche.

Come mai siete preoccupati per l’iniziativa portata avanti da Confagricoltura e Unionfood sulla dieta mediterranea?

La nostra battaglia è impedire che vengano contrabbandati come prodotti del nostro Paese alimenti che invece provengono, per esempio, dalla Cina. Mediterranea, con il suo stesso nome, richiama alla dieta mediterranea: in questo modo, le persone sono indotte a pensare che stanno acquistando e mangiando prodotti italiani, quando invece non è così. È un inganno per il consumatore. Per questo abbiamo intenzione di lanciare una serie di diffide.

La diffida che avete lanciato contro Barilla rientra in questo discorso?

Noi intendiamo lanciare diffide contro tutti i produttori di alimenti del nostro Paese che portano avanti un sistema ingannevole. Non si tratta solo di Barilla: questo modo di agire deve finire una volta per tutte. Nel prossimo periodo procederemo.

Le aziende che intendete bersagliare fanno tutte parte di Mediterranea?

Anche, ma non solo. Mediterranea è un caso di imbroglio esplicito. Ma ci sono anche tanti altri casi che nascondono e travisano il loro metodo di comunicazione. Ogni azienda avrà la sua dose di richiami, se giusti e necessari. Ma ci saranno anche gli elogi, se meritati.

Recentemente, Coldiretti ha puntato il dito contro il Nutriscore, che viene sostenuto da alcune multinazionali aderenti a Mediterranea. Lei cosa ne pensa?

Ovviamente noi del Codacons siamo contrari al Nutriscore. Così come siamo contro tutto quello che va a inficiare la genuinità dei prodotti alimentari. A proposito di Coldiretti, devo dire che, quando ha siglato l’accordo con McDonald’s, ha imposto una condizione ben precisa: che tutti i prodotti impiegati dalla catena fast-food in Italia fossero garantiti made in Italy. C’è una bella differenza rispetto a quello che stanno facendo Mediterranea e tante altre aziende.

Nell’intervista di domenica avete menzionato un’accusa mossa contro Barilla negli Usa per il marchio ‘Italy’s #1 Brand of Pasta’: a fine maggio è stata certificata una class action che denuncia l’azienda per aver ingannato i consumatori sull’origine del grano. Vuole parlarcene?

Noi abbiamo appreso questa vicenda grazie al nostro osservatorio. Quando abbiamo saputo che in America si stava portando avanti una class action contro Barilla, abbiamo subito espresso il nostro sostegno ai consumatori.

Sempre a proposito di Barilla, avete parlato anche di green e social washing…

Di nuovo, non si tratta solo di Barilla. Le operazioni di ‘washing’ si verificano in numero sempre crescente. Tutti sono bravi a sciacquarsi la bocca con belle parole, pensando che la gente sia cretina – mi si passi il termine – e incapace di distinguere quello che è veramente buono per le persone, la società e l’ambiente da ciò che invece non lo è.

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